Il biofeedback permette di migliorare la capacità di ascoltare il proprio corpo e i propri stati mentali, e successivamente di cambiarli in modo volontario quando pensiamo che sia meglio farlo. Durante i training di biofeedback si utilizzano dei sensori (non invasivi, come quelli incorporati negli smartwatch, per intenderci) per misurare funzioni fisiologiche come la respirazione, il battito cardiaco, la tensione muscolare, questi dati vengono mostrati in tempo reale sullo schermo di un computer. In questo modo è possibile migliorare la propria consapevolezza corporea ad esempio osservando quanto sono tese le mie spalle, quanto sta battendo velocemente il mio cuore, quanto è profondo il mio respiro.
Essere consapevoli di queste funzioni corporee può essere molto utile sia in condizioni di calma sia quando siamo sottoposti ad eventi stressanti: un esame universitario, una gara sportiva, il ricordo di un evento traumatico. Attraverso i suoi segnali infatti il corpo non solo ci comunica l'impatto di quello che stiamo vivendo momento per momento, ma può condizionarci negativamente quando le reazioni corporee sono sproporzionate o controproducenti rispetto alla situazione (il mal di pancia prima di un esame, l'emicrania dopo un litigio). Dopo essere diventati consapevoli dei cambiamenti dei propri processi corporei ci si allena per cambiarli volontariamente. Come quando si accorda uno strumento musicale, si arriva all'armonia solo lavorando sulla sinergia tra i singoli processi mentali e corporei.